FILOSOFIA

Il sito nasce con la volontà di proporre amplificatori e preamplificatori dal gran suono, utilizzando volta per volta  la schemistica e la tecnologia che sappia estrarre la migliore qualità musicale complessiva. 

Ad esempio, la circuitazione single ended restituisce un suono più dettagliato, di maggiore precisione e messa a fuoco, mentre la circuitazione push-pull permette di ottenere un maggior controllo sui bassi ed una scena più grande e realistica.

 

Da ciò discende che a mio avviso la prima circuitazione sia la scelta preferibile per pilotare le alte frequenze dello spettro audio mentre la seconda per la parte bassa. Comunque non tutti possono permettersi la biamplificazione.

Anche tra i dispositivi attivi (come ben sapete) si possono segnalare punti di forza a favore di un tipo in alcuni casi ed a favore di un altro tipo in altri e ciò rende la combinazione" circuitazione + dispositivo" abbastanza varia.

 

Un'altra variante importante, a mio avviso, può essere definita in base a come è strutturato lo stadio di uscita:

  1. uscita come generatore di tensione 

  2. uscita come generatore di corrente.

Le due esprimono un comportamento dinamico differente e spesso complementari, per cui il suono che esse forniscono è sostanzialmente differente.

In assoluto ed in termini riduttivi infatti posso affermare:

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 una migliore resa energetica al tipo A. per le alte frequenze

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una migliore sfruttabilità e resa energetica per la configurazione B. alle basse frequenze 

 

Tuttavia va constatato che oggigiorno quasi il 100% degli amplificatori di potenza in commercio è configurato con uscita di tensione ovvero del tipo A..

Così si vedono spessissimo amplificatori commerciali e non, che nello stadio di uscita  utilizzano parallelare fino a 20 o 30 dispositivi per canale  per cercare di ottenere una maggiore resa energetica e controllo della gamma bassa. Ma oltre ad un maggior costo e altri  problemi per il progettista, la messa a fuoco ed il dettaglio sugli alti, contemporaneamente, diminuisce per via dei tanti cammini multipli che il segnale è costretto a percorrere.

 Infatti quando un segnale viene diviso fra diversi dispositivi e percorrono vie diverse (quindi inevitabilmente lunghezze diverse) , quando, a valle di essi, si riuniscono in un punto (l'uscita), i diversi segnali non arrivano nello stesso tempo e quindi con la stessa fase: la struttura armonica del segnale originale viene irrimediabilmente perduta ed essendo i problemi di sfasamento progressivamente più rilevanti alle alte frequenze,  il suono, in tale regione, diventa meno preciso e messo a fuoco.

Altrimenti perchè molti audiofili riferiscono che una 2A3 monoplacca abbia un suono più cristallino e definito di una 2a3 biplacca?  E' questo vuole essere solo un esempio limite e non a caso le valvole  giudicate ai vertici della qualità audio sono tutte monoplacca (45,71, AD1,VT25, ecc.)

 

La Scelta

Dopo questa breve e riduttiva introduzione voglio esplicitare quelle che saranno le mie linee guida:

  1. ove non strettamente necessario utilizzare circuitazioni single-ended (specie preamplificatori)

  2. utilizzare dispositivi singoli (s/e) o coppie singole (p/p)

  3. utilizzare per la sezione di potenza configurazioni con uscita  in corrente (trasconduttanza)

  4. limitare il numero degli stadi di amplificazione (nel modello A 35 vi è addirittura un solo stadio)

  5. privilegiare ove possibile gli accoppiamenti diretti

  6. utilizzare componentistica audio-grade

  7. utilizzare negli alimentatori filtraggi induttivi/capacitivi

Mia  idea è che il  suono di un amplificatore è condizionato oltre che dal tipo di elemento attivo utilizzato (per queste diatribe se volete approfondire vi rimando alla sezione LINK UTILI ), da altri 2 fattori:

  1. la configurazione topologica o circuitale

  2. la singola componentistica

In particolare la prima ne definisce il comportamento complessivo, la seconda ne definisce il comportamento di dettaglio ed accuratezza.

E' ovvio che entrambe debbono essere attentamente valutate per il risultato sinergicamente migliore.

Le Ragioni

Elenco di seguito brevemente punto per punto i criteri che mi hanno guidato nella scelta

 

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STADIO DI USCITA A TRANSCONDUTTANZA

I motivi di questa scelta sono scaturiti da ragionamenti tecnici suffragate da successive prove sperimentali. Ad esempio la struttura dello stadio d'uscita a trasconduttanza permette una migliore sinergia con i woofer e ne esalta le potenzialità (non voglio fare teoria in questa sede ma chi vuole può dare un'occhiata al sito Ultrasound nella sezione LINK). 

I bassi sono corposi e pieni come in un ampli a valvole ma con un'energia ed un controllo a questi ultimi impossibile. I medi sono naturali e proiettati in avanti come in poche altre elettroniche a stato solido. Gli alti, anche se presenti sono delicati e mai eccessivi rendendo l'ascolto piacevole e mai affaticante. Con i diffusori giusti si manifesta un ottimo equilibrio tonale ed una energia, una dinamica, ed una scena di caratteristiche insospettabili e di prim'ordine. 

Riesce ad essere delicato e minuzioso con le voci e con gli strumenti solisti come gli ampli a valvole ma con i generi più moderni riesce a sferrare un'energia, una dinamica ed un coinvolgimento emotivo sconosciuto alle valvole ed agli  stessi ampli a semiconduttori con uscita in tensione (stadi di uscita ad emitter follower). 

Difficilmente si potrà smentire che il suono che scaturisce da questo finale è il suono più verosimile a quello delle elettroniche valvolari che si sia mai ascoltato.

 

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 DISPOSITIVI ATTIVI

Un amplificatore a semiconduttori a trasconduttanza rappresenta secondo me la soluzione migliore perchè le valvole hanno qui dei limiti dovuti all'alta impedenza di uscita ed alla bassa corrente erogabile. In particolare per un singolo stadio di guadagno come l'amplificatore A35 la scelta è caduta sui mosfet che si comportano egregiamente quali amplificatori di trasconduttanza insieme ad una bassa impedenza di uscita ed alla capacità di gestire correnti elevate. 

Per massimizzare le proprietà di simmetria e bilanciamento totale ho preferito di non utilizzare dispositivi complementari (che lo sono solo in teoria) a favore di dispositivi esattamente identici (stessa polarità). 

Infine, per quanto sopra enunciato, ho voluto utilizzare comunque una singola coppia di dispositivi che permettono di far erogare la potenza di 35 watt efficaci su 8 ohm, pur funzionando in vera classe A. Tale potenza è stata ritenuta più che sufficiente per ambienti domestici, considerando anche il particolare funzionamento dello stadio di uscita in relazione alla dinamica ed alla scena che esso è in grado di fornire.

 

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STADIO SFASATORE

Lo stadio sfasatore scelto è a trasformatore perchè è il tipo più bilanciato in assoluto, quando il trafo è di ottima fattura: questo è stato realizzato secondo specifiche da un noto costruttore italiano con il quale ne ho curato lo sviluppo per raggiungere un risultato di eccellenza. 

E' realizzato con materiali pregiati e tecniche di avvolgimento particolari per non introdurre limiti significativi ed esaltare invece i vantaggi di questa scelta quali:

  1. la separazione galvanica che ne esalta l'affidabilità operativa, 

  2. l'abbattimento dei loop di massa,

  3. la possibilità di pilotare il finale con segnali bilanciati e sbilanciati.

Quest'ultima scelta unita a quella del precedente enunciato riguardo all'utilizzazione di dispositivi della stessa polarità, permette di realizzare complessivamente la configurazione più simmetrica e bilanciata immaginabile.

 

Novità:

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COMPONENTISTICA

La qualità sonica complessiva di una ampli dipende dalla qualità di qualunque elemento sia attivo o passivo inserito nel circuito stesso (come qualcuno dice tutta la componentistica suona, anche il cavo). Quindi, oltre al trasformatore di cui sopra, anche gli altri elementi passivi sono stati scelti con oculatezza, mentre, i dispositivi attivi per via anche della scelta di non utilizzare reazione negativa, sono iperselezionati ed in pratica identici. 

Dall'assioma che ogni componente suona o comunque apporta una sua caratteristica , discende che per minimizzare i problemi di influenza sullo stesso è stata fatta la scelta di minimizzare la quantità utilizzata. 

Relativamente alla sua taglia, molto probabilmente questo amplificatore utilizza il minor numero di componenti sia attivi sia passivi, nonostante la necessità dello sfasatore.

 

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ALIMENTATORE

Nella sezione amplificatrice vera e propria dell'A35 non ci sono condensatori sul percorso del segnale. Comunque, a meno di usare una batteria, in tutti gli amplificatori (anche in quelli ad accoppiamento diretto) il segnale audio si richiude sempre attraverso i condensatori dell'alimentatore. Ecco che nel nostro i condensatori sono del tipo audiograde. Oltre a ciò sono state inserite delle induttaze per una serie di vantaggi:

  1. permettono un superiore grado di livellamento

  2. permettono di abbassare la capacità complessiva necessaria con il vantaggio di poter utilizzare condensatori di migliori performance

  3. separano le frequenze audio dalle spurie generate dal raddrizzamento o dai vari disturbi provenienti dalla rete elettrica.

La struttura è comunque dual-mono per cui ogni canale ha il suo alimentatore dedicato trasformatore incluso. Inoltre per evitare qualsiasi interazione con i circuiti audio, le alimentazioni sono alloggiate in un telaio separato e schermato.

Per concludere sinteticamente, le linee guida nella realizzazione di tale oggetto sono stati gli ascolti e gli ascoltatori, facendo quindi attenzione ai più vari aspetti che consentissero la migliore performance sonora complessiva.